“migliorare il sistema di incontro tra domanda e offerta di lavoro, stimolare la ricerca proattiva, valutazione delle competenze e delle disponibilità dei disoccupati: solamente così si può aumentare l’occupazione interna”
I numeri dei lavoratori occupati a San Marino sono diventati, seppure siano in positivo, sempre più terreno di scontro e polemiche pubbliche, dopo la scelta di liberalizzare le assunzioni dei non residenti che ha portato ad un importante aumento di addetti residenti in Italia.
OSLA, storicamente si è battuta per lasciare alle imprese la libertà di poter scegliere i propri collaboratori, seppur preferendo l’assunzione di sammarinesi o residenti iscritti nelle liste di collocamento a parità di competenze.
È bene ricordare che l’accordo di Associazione con l’UE dovrà forzatamente portare ad una liberalizzazione del mercato del lavoro e all’eliminazione di ogni pratica discriminatoria, come lo è oggi l’aumento contributivo del 4,5% per i frontalieri assunti con richiesta nominativa.
La tutela della forza lavoro e dei giovani sammarinesi è importante, ma questo non deve avvenire limitando l’arrivo di lavoratori da fuori, in quanto contrario alle esigenze delle imprese e svilente per i sammarinesi.
OSLA ha da tempo presentato le priorie proposte per aumentare l’occupazione di personale residente: miglioramento del sistema di incontro tra domanda e offerta di lavoro, stimolare la ricerca proattiva e avviare un processo di valutazione delle competenze e delle disponibilità degli iscritti alle liste di avviamento al lavoro.
L’Ufficio Politiche Attive dovrebbe trasformarsi in una moderna agenzia di collocamento, capace di fare emergere le esperienze di chi cerca lavoro e fornire alle aziende un servizio veloce ed utile alle loro esigenze, invece oggi purtroppo siamo al paradosso con il perdurare di limiti burocratici ed organizzativi diventati ormai insopportabili.
La struttura pubblica, infatti, oltre ad essere enormemente in ritardo con il lavoro di conoscenza ed analisi degli iscritti, fondamentale per capire quali siano le reali capacità, motivazioni e disponibilità dei disoccupati sammarinesi e per poterli collocare o riqualificare tramite corsi di formazione specifici; addirittura blocca la possibilità per le aziende di contattare autonomamente gli iscritti.
Per l’imprenditore è infatti oggi impossibile vedere i contatti telefonici ed e-mail sul curriculum pubblicato nel sistema Labor, per avere queste informazioni occorre passare attraverso l’Ufficio del Lavoro e perdere tempo prezioso. Problemi di privacy, è stato spiegato; peccato che l’Autority abbia indicato una soluzione semplice per superare lo scoglio, ma nonostante questo negli ultimi giorni dai curricula degli iscritti sono scomparsi perfino nome e cognome! Una scelta incomprensibile, che comporta un’inutile burocrazia con perdita di tempo per chi offre e per chi cerca lavoro.
Questo sì che vuol dire penalizzare i sammarinesi e i residenti, se si vogliono aiutare realmente i nostri concittadini a trovare lavoro, bisogna innanzitutto fare in modo che le aziende possano capire agevolmente le competenze degli iscritti e contattarli autonomamente. Se la struttura pubblica non riesce a svolgere questa funzione, bisogna iniziare a pensare ad una liberalizzazione delle funzioni di intermediazione che oggi sono di monopolio pubblico, caso unico in Europa.