La crisi dei modelli su cui si è stato costruito lo sviluppo economico di San Marino ed è prosperato un benessere diffuso, ha toccato in modo particolare - e per certi versi violento - il settore dell’edilizia. Al boom delle costruzioni e alla bolla che ha generato, è seguito un periodo di grave crisi, pienamente esploso nel 2009 e tuttora perdurante.
La leggerezza con la quale negli anni è stato gestito il settore dell’edilizia e del mercato immobiliare ha portato ad una saturazione in cui sembrerebbe aver trovato terreno fertile anche il fenomeno diffuso della difformità del costruito rispetto all’approvato, una forma anch’essa di abusivismo. Il Segretario di Stato per il Territorio ne dà una lettura cruda e veritiera, dalla quale emerge la complicità perpetrata nel tempo dell’intera filiera coinvolta, parti sociali, tecniche e politiche.
Siamo al punto zero da cui ripartire. Il percorso verso la meta, però, non può non tener conto di tutti quei cittadini che hanno investito i risparmi nella propria abitazione e di tutte quelle piccole imprese che, ancora immerse nella melma della crisi, stanno cercando faticosamente di creare economia e contribuire al Paese.
I limiti temporali dati alla possibilità di sanare, i costi derivanti, i balzelli richiesti sono tutti elementi che aggravano la situazione e lo stallo che si è generato nel settore non porta benefici a nessuno, comprese le casse pubbliche, come più volte sottolineato.
Il Consiglio Direttivo OSLA, dopo aver discusso gli argomenti correlati al Testo Unico delle Legge Urbanistiche e al Decreto 62/2018, ha deliberato di proporre e condividere con le associazioni di categoria di settore una posizione in merito utile al confronto con la Segreteria di Stato per il Territorio affinché si possano contemperare le istanze di privati e imprese con le necessità di restituire al Paese una situazione di conformità e legalità nel settore dell’edilizia.
Solo uscendo dall’intoppo in cui ci troviamo in modo soddisfacente per tutti possiamo sperare nella ripresa del settore.