La situazione stagnante in cui il Paese si trova da qualche anno sta spegnendo ogni barlume di speranza e fiducia rimasto acceso fra la popolazione. E come potrebbe essere altrimenti? Accuse e controaccuse sono all’ordine del giorno sul terreno del confronto politico, così come il rimpallo delle soluzioni di impostazione classista fra le categorie.
L’unica certezza esistente, nella babele di analisi, posizioni e ricette pressoché giornaliere, è data dall’economia reale che, ancora resistente alla crisi, sta sorreggendo il Bilancio dello Stato e garantendo l’occupazione.
Un’economia sana che stiamo deprimendo all’interno e allontanando all’esterno, a causa degli allarmismi e dell’incapacità di trovare soluzioni condivise.
OSLA ritiene che per uscire dall’impasse carica di tensione in cui ci si dibatte, senza raggiungere risultati apprezzabili, si debbano superare gli steccati ideologici a favore di un forte impegno congiunto sotto l’egida della pari dignità e del rispetto. Se si continua con il metodo della lezioncina da una parte e dell’arroccamento in posizioni non più sostenibili, ma utili al mantenimento del consenso dall’altra, non rimarrà che alzare le mani davanti a tutti coloro che rappresentiamo, siano essi cittadini, imprenditori, lavoratori o pensionati.
OSLA si smarca da questo metodo, così come dalle minacce e dalle polemiche urlate, per riaffermare il ruolo propositivo che ne caratterizza l’operato.
Confida che possa essere gettata comunemente una nuova base al tavolo tripartito per condividere e fissare obiettivi di sviluppo del Paese credibili e raggiungibili, nonché i tempi entro i quali dare loro seguito. Di conseguenza, i sottotavoli tematici potranno farsi carico di elaborare congiuntamente modalità e regole per tradurre ogni obiettivo in azione entro i tempi prefissati, con la consapevolezza che tutto è in discussione, compresi privilegi oramai anacronistici e spazi grigi in nome dell’equità.