SMART WORKING: IL PRIMO ED UNICO ESEMPIO A SAN MARINO FUNZIONA

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5 Marzo 2019

I risultati del primo accordo di smart working a San Marino, a poco più di un anno dalla sua introduzione all'interno dell'azienda Ac&d Solutions di Serravalle, sono più che soddisfacenti.

A presentare i dati, nella sede di Osla, è stato oggi l'Amministratore delegato dell'azienda, Mauro Duca, alla presenza del segretario di Stato per il Lavoro e l'Industria Andrea Zafferani, dei vertici di Osla, dei rappresentanti della Federazione Industria della Csu e di alcuni dipendenti dell'azienda.
L'accordo è un contratto di secondo livello siglato a dicembre 2017 da Osla, associazione di categoria a cui è associata Ac&d Solutions, e dalla Csu e consente ai lavoratori di poter svolgere l’attività lavorativa fuori dal posto di lavoro per due giorni alla settimana.

“Dopo un anno i risultati sono molto soddisfacenti – ha spiegato l'Ad Duca. – All'inizio non nascondiamo che c'era un po' di paura, ma dai dati emerge che meno del 10% delle ore disponibili sono state utilizzate e ciò dimostra la maturità dei lavoratori”. “Come azienda – ha proseguito Duca - ragioniamo dal 2016 su questo progetto per dare la possibilità di lavorare da casa, ma siamo riusciti a darne concretezza dal 1° gennaio 2018, grazie al sostegno di Osla e Csu”.

L'accordo prevede che il lavoratore possa richiedere volontariamente di poter usufruire dello smart working e che l'azienda abbia facoltà di autorizzarlo.“Per San Marino – ha aggiunto l'Ad - è un accordo sperimentale mentre all'estero, anche in Italia, è un fenomeno che si sta sviluppando. Noi vogliamo dimostrare che la strada per la competitività e l'innovazione è questa, almeno per le aziende come la nostra che si occupa di servizi informatici, pacchetti software con clienti sia in Italia che all'estero”.  Duca ha lanciato un messaggio agli altri imprenditori: “Per l'azienda è uno strumento che può fare molta paura, ma i dati dimostrano che può essere un modo efficace per fare si che le risorse umane siano soddisfatte e sempre più fidelizzate. Oggi giorno per la produttività non è più importante avere la presenza fisica. Non servono vincoli di orario o di spazi. Noi consentiamo alle persone di lavorare da casa, o dove più gli aggrada, al massimo due giorni alla settimana”. E ancora: “Non sono le ore al computer dell'ufficio che determinano l'efficienza di un lavoratore. Per noi anche con lo smart working c'è la possibilità di controllo da remoto, ma c'è la stessa fiducia che abbiamo sul posto di lavoro tradizionale. Le responsabilità rimangono tali, ovunque uno si trovi”.

La dipendente Elena Zangoli ha ringraziato l'azienda “che in questo periodo storico ha dato un segnale molto importante. Dopo un anno noi dipendenti siamo stati molto soddisfatti. Lavorare a distanza dà soddisfazione, perché ti senti parte di un team anche se non sei fisicamente in azienda”.

Per Osla, il direttore Emanuele D'Amelio ha confidato che la diffusione dei dati, “alla luce di una sperimentazione nuova e con risultati importanti”, possa invitare altre aziende a scegliere la strada dello smart working, ribadendo la disponibilità dell’Associazione ad affiancare le imprese che vogliano sviluppare un percorso in tal senso. Per il presidente Monica Bollini “il luogo dove si svolge un lavoro è meno importante del valore del risultato. Ci sono settori, come i servizi, in cui il lavoratore può conciliare gli obiettivi aziendali con le esigenze familiari. Questo accordo – ha aggiunto - deve rappresentare un esempio per il futuro della nostra economia, non più legato per forza alla presenza fisica in azienda”.

Un plauso è arrivato anche da Paride Neri della Fli Csu: “L'accordo è coerente con l'evoluzione del lavoro negli ultimi anni. Quello che ci siamo preoccupati di normare come sindacato è stato che i diritti dei lavoratori fossero rispettati a partire dagli orari di lavoro. Questo perché il diritto alla disconnessione è fondamentale. Anche alla luce dei dati, siamo molto soddisfatti di questo progetto”.
 

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